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Non come ma perché … il ritiro spirituale del Consiglio diocesano

<<Non “come”, ma “perché”>>:

questo il tema del ritiro spirituale, vissuto dal Consiglio diocesano dell’AC.

Sabato 14 maggio, presso gli storici locali messinesi del Centro diocesano, siti in Via I Settembre, mons. Tindaro Cocivera, assistente unitario diocesano, presente l’intero collegio degli Assistenti diocesani, ha dettato una intensa meditazione sulla pericope evangelica giovannea del “comandamento nuovo” (Gv 13, 31-35).

Mons. Tindaro Cocivera

 

L’approfondimento del testo evangelico ha consegnato ai presenti un orizzonte di riflessione, arricchito dalla consegna di domande, che Mons. Cocivera ha elaborato per definire la cornice di riferimento entro cui sviluppare la riflessione personale. Tempo di deserto; tempo di preghiera silenziosa; tempo di immersione nella Parola evangelica e nelle parole dell’Assistente; tempo di condivisione tra amici che si vogliono bene e che condividono il carisma dell’AC quale stile di vita da testimoniare quotidianamente negli ambienti di vita e nelle comunità parrocchiali abitati; tempo accolto e goduto perché desiderato e atteso.

Gli assistenti diocesani Don Giuseppe Imbesi Acr, Don Giuseppe Maio Giovani e Don Enzo Maestri Adulti

 

Quindi la condivisione delle riflessioni personali: una ricchezza che ha detto delle profondità delle esperienze umane e spirituali vissute da ciascuno dei Consiglieri diocesani. Si sono aperti i cuori, gli sguardi si sono incrociati e ciascuno ha accolto le parole che correvano di bocca in bocca, desiderose di posarsi sul cuore di tutti. Laici e presbiteri insieme a riflettere, a pregare, a meditare: un segno bello da ripetere, da riproporre.

 

Un segno da cui prendere le mosse per affrontare le difficoltà che questo tempo post-pademico consegna ad una Associazione che fatica a ritrovarsi, ma che, soprattutto sulla scorta del magistero petrino,  è certamente convinta di poter ancora operare con ricchezza di frutti nella Comunità ecclesiale e in quella civile.
Saper rispondere che vale la pena impegnarsi con un stile che dice il “come” perché ha saputo trovare le ragioni del “perché”, significa avere nel cuore la profondità, l’altezza, la larghezza e la lunghezza di una scelta di vita che sa di risposta vocazionale. Così è il laico di Azione Cattolica.