La violenza non può essere l’ultima parola.
Nota dell’Azione Cattolica diocesana sull’ episodio di violenza verificatosi giorno 8/4/2024 a Messina, lungo la Panoramica dello Stretto.
“Un anziano aggredito violentemente…”. Quest’ultimo avverbio risuona con forza, si percepisce tutto il peso degli interrogativi che pone, della responsabilità educativa che tutti riguarda, della necessarietà dell’attenzione e quindi dell’urgenza del dire.
C’è forse bisogno di un tempo opportuno per elaborare la brutalità di alcuni episodi e l’ingiustificabilità di gesti compiuti dinanzi agli occhi terrorizzati di un bambino che dicono, evidentemente, di una fragilità che è profonda e sempre più diffusa.
L’Azione Cattolica diocesana ha avvertito forte, dunque, l’esigenza, a distanza di qualche giorno, di esprimere il proprio dissenso, di prendere nettamente le distanze, interrogandosi, dall’ennesimo caso di violenza verificatosi sul nostro territorio. L’ennesimo caso in cui la violenza, considerata mezzo risolutorio, prende il posto della parola, non accetta la pazienza del dialogo, diviene mezzo di espressione che mira a raggiungere l’obiettivo il più rapidamente possibile: il rifiuto dell’altro, l’umiliazione del più fragile che sembra accrescere la forza di chi si impone. Non è più sufficiente fermarsi sulla linea che separa vittime e carnefici; forse, oggi, la fragilità ha come sfondo anche la perdita dell’identità, del senso del vivere in uno spazio comune, dell’assenza di comunicazione tra le generazioni.
Siamo fatti, anzitutto, di dialogo e parola e solo una cultura che fa scorgere un orizzonte di senso comune che sia credibile, solo una rinnovata educazione alla relazione potrà arginare la legge del più forte e far sì che la violenza non sia più l’ultima parola.
Il Consiglio Diocesano di Azione Cattolica